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Simboli

Croce Celtica

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La prima Croce Celtica, risalente al 10.000 a.C., è stata ritrovata in una grotta dei Pirenei francesi.
Oggi come secoli fa, grandi croci cerchiate di pietra punteggiano le campagne, le città e i monasteri d'Irlanda. Si ritrovano, in misura minore e diverse nella forma, nelle restanti aree dell'Europa celtica: Scozia, Galles, Cornovaglia e Bretagna. Scolpite per lo più in pietra arenaria, sono disseminate un po' ovunque: spesso ad indicare i confini dei monasteri, una tomba, dedicate ad un re o ad un santo, poste nei luoghi di preghiera o a protezione contro le forze infernali.
A partire dal VI-VII secolo d.C. furono sviluppate e perfezionate fino al XII secolo, scomparendo dopo la conquista inglese del 1170. Il periodo culminante di questa forma di scultura fu quello dei secoli agitati dalle invasioni vichinghe e scandinave, quando le scorrerie di queste popolazioni barbare attaccavano i grandi centri monastici irlandesi.
La Croce Celtica è chiamata anche Ruota del sole, Anello Crociato, Sigillo dei Druidi o Croce Druidica.
E' forse il più completo tra i simboli e il più universale ed è stato adottato nel patrimonio simbolico da quasi tutte le civiltà.
Si possono trovare svariate interpretazioni e leggende sulla storia del simbolismo insito nella Croce Celtica.
Esistono dei simboli che possono essere considerati i predecessori di questo tipo di croce. Uno di questi è il "Chi-Rho", così chiamato perché formato dalle due lettere dell'alfabeto greco che compongono il monogramma di Cristo. È un simbolo comune nella cristianità dell'Impero Romano del IV secolo, poiché è il simbolo dell'eternità che enfatizza l'amore divino dimostrato attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce. La croce latina compare in senso al crisma stesso ma conserva in alto l'anello che ricorda la P (rho) e costringe a rilevare nell'incrocio l'antica X (chi) raddrizzata.
Una leggenda narra di come San Patrizio creò la prima Croce Celtica. Egli stava predicando di fronte ad una pietra sacra delimitata da un cerchio, durante la sua opera di conversione, tracciò all'interno del cerchio sacro una croce latina e benedì la pietra, creando così la prima Croce Celtica. Questa leggenda non deve essere interpretata letteralmente, ma piuttosto va inserita nell'opera del Cristianesimo celtico di utilizzare simboli e idee già presenti nella cultura locale. Tuttavia va ricordato che la croce celtica non divenne un simbolo comunemente usato da cristiani fino almeno al IV secolo.
Di Croci Celtiche n'esistono diverse varianti, alcune delle quali presentano incisioni e lavorazioni molto complesse. Può capitare che vi siano rappresentate figure umane, per narrare eventi biblici. In generale, tuttavia, i nodi, le spirali, gli intrecci geometrici e i motivi zoomorfi sono quelli che compaiono più spesso; questi sono gli stessi elementi che caratterizzano gli oggetti in metallo e i manoscritti miniati della stessa epoca. Al contrario delle scene di crocifissione dell'Europa Meridionale che mostrano la sofferenza di Cristo, generalmente seminudo e martoriato dalle ferite infertegli, la Croce Celtica sembra fatta per essere esteticamente bella. Quando appaiono le figure umane, queste sono molto semplici se messe a confronto agli intricati e complessi motivi decorativi che le stanno intorno. Sia la croce verticale che quella diagonale con i bracci della medesima lunghezza sono dei simboli presenti in moltissime culture.
Questi due simboli, cerchio e croce, sembrano avere valenze quasi antitetiche: il cerchio non ha un inizio né una fine e non ha direzione, mentre la croce ha un moto che s'espande verso l'esterno a partire da un singolo punto centrale.
Il cerchio è spesso simbolo lunare femminile, mentre la croce inscritta in un cerchio, sia che i bracci ne fuoriescano e sia che invece ne rimangano inscritti, è simbolo solare maschile. Infatti, alcune teorie "New Age" vedono in questo simbolo la rappresentazione del Sole e della Luna, del dio e della Dea, del Principio Maschile e di quello Femminile, facendo risalire l'origine della Croce Celtica ad un simbolo indù.
La Croce Celtica potrebbe anche rappresentare una qualche forma di ghirlanda trionfale in onore della Croce della Redenzione.
Ma la Croce Celtica rappresenta anche: l'Albero della vita; i quattro elementi uniti al quinto, poiché il cerchio è visto come simbolo d'energia; le quattro feste stagionali (Samhain 1 novembre, Imbolc 1 febbraio, Beltane 1 maggio, Lugfhnasadh 1 agosto); il ponte tra il mondo terreno e quello divino racchiusi nell'infinità dell'universo.
È un simbolo spaziale e temporale e questa proprietà lo rende adatto ad esprimere il mistero del cosmo, in cui è inserita la terra. Non a caso molte abbazie hanno una pianta a forma di croce, essa viene ad essere il centro del mondo, e l'uomo, al suo interno s'orienta espandendosi nelle quattro direzioni dei quattro punti cardinali.
La Croce Celtica potrebbe ben adattarsi ad una rilettura simbolica in chiave ermetica secondo il paradigma d'Ermete Trismegisto "come in alto, così in basso". Nella Croce Celtica possiamo, infatti, vedere sia una rappresentazione del microcosmo in relazione al macrocosmo: l'uomo (microcosmo) attraverso di essa si orienta, partendo dal punto singolo al centro della croce, verso i quattro punti cardinali, i quattro elementi, per giungere al cerchio delle stagioni scandite dai solstizi e dagli equinozi e dell'universo (macrocosmo). Il rapporto così creato non è statico, ma dinamico, determinato da un movimento centrifugo che dal microcosmo porta al macrocosmo o centripeto, dal macrocosmo al microcosmo.
Nel corso della storia il crisma fu utilizzato anche come emblema da Costantino per simboleggiare il trionfo, come segno d'auspicio nella battaglia di Ponte Milvio e come simbolo imperiale in occasione dell'incoronazione di Carlo Magno nell'800.

Il simbolo si diffuse negli ambienti giovanili della destra poiché era il simbolo della divisione Charlemagne delle Waffen SS, formata da volontari francesi che combatterono fino agli ultimi giorni di vita del Reich hitleriano a Berlino contro i sovietici. Venne assunta come simbolo in Francia dalle Jeune Nation di Sidos nel 1955, subito dopo in Belgio dal Pnf, e nel 1958 in Italia dalle formazioni nazionali giovanili. I movimenti neo-fascisti hanno deciso di riprendere questo simbolo, aggiungendovi una fiamma dai colori italiani che arde sullo sfondo della croce celtica. Il simbolo fu proposto dai rautiani all'interno del M.S.I. nei primi anni '70; dal '76/ '77 esso si diffuse a macchia d'olio in tutto l'ambiente della destra missina giovanile.

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