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Le Nostre Riflessioni

Ho riletto e riascoltato…

Ho riletto e riascoltato più volte le interviste che abbiamo fatto nei mesi scorsi (2004, ndr). Nonostante la grande serenità e tranquillità nel ricordare dei personaggi interpellati,le loro sono state tutte narrazioni di uccisioni, di combattimenti, di fame, di povertà, di grande paura: in una sola parola il racconto di una guerra, la Seconda Guerra Mondiale.

Adesso, a quasi sessanta anni di distanza (2004, ndr) ecco riaffiorare la stessa parola che incute timore: guerra.
Ricordo molto bene l’espressione sul volto della signora Giuliana Gadola Beltrami mentre diceva:“Adesso, quando vedo che le cose vanno male, penso che i nostri cari forse hanno perso la vita per niente…”.
Molti uomini e donne negli anni del secondo conflitto mondiale, infatti, sono morte per raggiungere dei diritti e delle libertà che il fascismo e il nazismo avevano tolto.
Tutta gente che lottava per la giustizia, per un futuro migliore. Tutta gente che aveva capito come fosse difficile vivere senza libertà civili. Noi oggi viviamo con determinati diritti grazie a loro.
Si può dire che il risultato di tante lotte sia proprio la Carta Costituzionale. Un documento che oltre a tener presente i poteri, le funzioni degli organi pubblici e la struttura amministrativa del paese elenca i doveri e i diritti di ogni singolo cittadino.
Ora (2004, ndr) però c’è l’ipotesi di un nuovo intervento militare in Iraq contro Saddam Hussein, una seconda guerra nel Golfo dopo quella del 1990. Si sono fatte molte assemblee, molte discussioni e ci sono stati molti incontri tra i personaggi politici più importanti. Ma nessuno ha ancora risposto alla domanda chiave: “Che cosa farà l’Italia in caso di un attacco unilaterale degli Stati Uniti all’Iraq?”
Intanto i mille Alpini che sono stati mandati in Afghanistan, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, hanno ricevuto con l’equipaggiamento uno speciale kit farmaceutico con antidoti anti-gas da usare in caso di attacco chimico.
Ascoltando i telegiornali e avendo letto ultimamente, proprio per partecipare a questo concorso, la Costituzione, ho notato che il grande assente in questo dibattito è l’Articolo 11 della Costituzione. Questo articolo prevede solo la guerra di difesa e non quella preventiva. E questa si tratterebbe proprio di una guerra preventiva. Se il parlamento non si oppone, non impedisce un attacco all’Iraq, in queste condizioni ci potrebbe essere uno stravolgimento della Carta Costituzionale. Penso comunque che la storia ci possa veramente insegnare qualcosa di molto importante. La gran parte delle persone che furono elette nel ’46 per formare la Costituente aveva partecipato alla guerra e subito gli orrori di questa. Uno dei primi provvedimenti che presero fu proprio quello di creare un articolo apposito perché negli anni successivi non si fosse più ricaduti in un conflitto. Con la frase “l’Italia ripudia la guerra”, secondo me, volevano far capire a tutti come un combattimento porta solo morte e distruzione in ogni luogo.

Quando si comincia a pensare alla possibilità di una guerra bisognerebbe proprio ricordare i valori e le conquiste della Resistenza e della Costituzione, che ci sono stati raccontati dagli intervistati. In questo modo sarebbe subito evidente il pericolo che una qualsiasi guerra porta sempre con sé.
Sono comunque contenta nel vedere che la maggioranza dell’opinione pubblica occidentale resti contraria a un intervento armato. Milioni di persone sono scese nelle più grandi piazze d’Europa per manifestare il loro dissenso con manifesti e bandiere della pace. Nonostante gli anni, i valori del dopoguerra continuano a essere presenti e la gente non vuole correre un altro rischio.

Sara Boretti

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